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(in copertina) foto di Pierfilippo Spoto, Val di Kam

Sant’Angelo Muxaro è l’antica Mu-Assar, borgo fortificato di origine araba in cui sorgeva anche un castello. Dopo la dominazione araba appartenne alla famiglia Chiaramonte, alla quale il borgo e il feudo vennero confiscati alla fine del Trecento e passarono sotto la giurisdizione di Guglielmo Raimondo Moncada. Ma questi entrò ben presto in contrasto con Re Martino, e il feudo venne concesso al figlio dello stesso Moncada, Ruggero. A questa stessa famiglia, tuttavia, vennero concessi diversi privilegi, tra cui il diritto di esercitare sul territorio la giustizia civile e criminale.

foto di Pierfilippo Spoto, Val di Kam

Nella seconda metà del Quattrocento, Sant’Angelo Muxaro passò alla famiglia De Marinis. Al tempo di Pietro Ponzio De Marinis, nel 1511, venne costruito il centro abitato. Questi eventi favorirono la colonizzazione di profughi albanesi, che caratterizzò per diversi anni la vita del paese. Nel 1600, la baronia venne acquisita dai Principi di Castelvetrano, D’ Aragona e Tagliavia e infine passò sotto la giurisdizione dei Pignatelli, Duchi di Monteleone, che la conservarono sino al 1812, quando in Sicilia la feudalità venne soppressa. Sant’Angelo Muxaro sorge a 300 metri sul livello del mare, al centro di una ridente vallata. Dista dal capoluogo 30 chilometri. Recenti scavi archeologici hanno meglio evidenziato, sul territorio, tracce di una civiltà pre-greca indigena che era presente nella vallata già 4,000 anni prima di Cristo, Negli ultimi venti anni sono stati trovati molti interessanti reperti del periodo neolitico. Il materiale raccolto si trova nei musei archeologici di Agrigento e Siracusa. Nel centro storico del paese sono da visitare la Chiesa Madre e quella del Carmelo. Il paese conta poco più di 2.000 abitanti

foto di Pierfilippo Spoto, Val di Kam

Sant’Angelo Muxaro sorge sulla sommità di un colle delimitato da fianchi scoscesi, a dominio del fiume Platani (l’antico Halykos). La città, in cui si riconosce la mitica Camico, sarebbe stata fortificata dal celebre architetto Dedalo che, in fuga dal re cretese Minosse, ricevette ospitalità dal re sicano Kokalos.
Sul pendio meridionale del colle si apre la necropoli, di cui sono state scavate oltre duecento tombe scavate nella roccia, del tipo a grotticella e del tipo a tholos, variamente databili dal XIII al VI sec. a .C.
Le tombe sono precedute da lunghi corridoi che conducono alla camera sepolcrale, a pianta circolare e tetto a volta convessa.
Da Sant’Angelo proviene il gruppo più cospicuo di ori della Sicilia indigena, costituito da due pesanti anelli d’oro con castone inciso e da quattro patere (di cui una sola rimasta, oggi al British Museum).
Il Museo archeologico di Palazzo Arnone si trova in Piazza Umberto I, raccoglie una significativa selezione dei corredi delle tombe (materiali dal XII al VI sec. a.C.) e materiali dal territorio.

foto di Pierfilippo Spoto, Val di Kam

Intorno all’800 circa Sant’Angelo Muxaro assume una posizione di particolare rilevanza nel contesto del panorama archeologico siciliano dato che, nella parte più bassa della collina che volge a mezzogiorno, come anche in altri punti non proprio limitrofi al monte di Sant’Angelo, contadini del posto scavarono decine di tombe rinvenendo oggetti, vasi e materiale archeologico in numero incalcolabile.

foto di Pierfilippo Spoto, Val di Kam

LUOGHI D’INTERESSE:

GROTTA DEL PRINCIPE

CHIESA MADRE

MUSEO ARCHEOLOGICO

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