Raffadali è un comune del retroterra agrigentino, situato in cima a una collina, su un declivio che si affaccia sul mare.
Il territorio del suo comune presenta una forma esagonale piuttosto irregolare e si estende per 2.219 ha.
Un confine naturale, delineato dai valloni Safo e Mendolazza, lo separa dai comuni limitrofi di Agrigento, S. Elisabetta, e Joppolo Giancaxio.
Confina a nord con il territorio di Santa Elisabetta e, per un brevissimo tratto, di Sant’Angelo Muxaro. Ad est con Joppolo Giancaxio, mentre a sud e ad occidente con Agrigento.
Il suo territorio presenta siti archeologici e preistorici di grande interesse, testimoniati dalla presenza di alcune comunità datate all’inizio dell’età neolitica (4000 a. C.).
Alcuni studiosi ritengono che in questo territorio sorgesse anche l’antica ‘Erbesso’, mitico granaio dei Romani.
Gli Arabi, durante la loro dominazione che si ebbe in Sicilia nel IX secolo, chiamarono il casale da loro fondato ‘Rahl-Afdal’ (Villaggio eccellentissimo), facendogli acquisire grande floridezza economica e commerciale.
Verso la fine dell’XI secolo il casale sotto la signoria di un principe saraceno Alì e le terre dette Raffa (qualche studioso fa derivare da ciò il toponimo ‘Raffadali’, credenza poco attendibile visto che nelle antiche scritture figura già il nome ‘Rahalfadale’) passarono sotto il dominio dei conquistatori normanni.
Nel 1095 il territorio fu concesso in feudo al normanno Girolamo Montaperto e poi rimase per secoli, a questa famiglia.
Nel 1507 Pietro Montaperto Valguarnera ottenne dal Re Ferdinando lo ‘Jus Populandi’ (diritto di popolare); nel 1523, fece edificare il borgo (alcuni studiosi sostengono che si tratti di una riedificazione) e fece costruire il castello, che ancora oggi, nelle sue strutture essenziali è ubicato nel centro storico di Raffadali.
Originariamente il castello era una fortezza e ciò si può desumere dalla torre di base, nel lato Sud – Ovest, che si presenta ancora oggi nella sua interezza; successivamente venne trasformato, durante il rinascimento, in casa signorile.
Nel 1649 Giuseppe Nicolò Montaperto, con i suoi vassalli, riportò l’ordine in Agrigento, che si era ribellata per fame al Vescovo Traina. Per premiare il coraggio e la fedeltà dei Montaperto, Filippo IV insignì del titolo di principe di Raffadali Giuseppe Nicolò Montaperto, elevando il feudo a principato.
Da visitare:
Da non perdere le deliziose degustazioni dei prodotti del pistacchio di Raffadali e la sagra del pistacchio Fastucafest