Antica colonia sorta nel cuore del Mediterraneo intorno al 689 a.C. è una città ricca di storia e cultura.
Il clima favorevole e la zona pianeggiante favoriscono la produzione di primizie ortofrutticole, oggi più che mai alternativa all’industria con le sue presenze archeologiche e la sua bella costa sabbiosa Gela riscopre le sue origini valorizzando il suo immenso patrimonio storico-turistico.
Gela è una delle più frequentate stazioni balneari siciliane; attrae bagnanti dalle province limitrofe con la sua costa, costituita di sabbia fine e dorata e caratterizzata dalle, sempre più rare, formazioni dunali ricoperte di macchia mediterranea.
Il territorio gelese risulta uno di quelli con la maggiore estensione di zone sottoposte a vincoli naturalistici e paesaggistici nell’intera Regione Siciliana.
La zona di maggiore interesse naturalistico è la Riserva Naturale Orientata Biviere di Gela, gestita dalla LIPU.
Gli amanti della natura e studi sodi si recano in questa importante riserva per l’attività di birdwatching.
Altre zone d’interesse sono: gli acquitrini di Piana del Signore, Poggio Arena e le colline che orlano la Piana di Gela.
Durante il Neolitico il territorio di Gela era abitato da popolazioni mediterranee, che vivevano in capanne costruite in legno,paglia e fango.
Tra il 3000 a .C. ed il 1500 a .C. Gela fu abitata prima dai Sicani, in seguito dai Siculi che, passato lo stretto di Messina, combatterono contro i Sicani costringendoli a ritirarsi al di la’ del fiume Imera, nella parte occidentale dell’Isola.
I Siculi si stanziarono nella parte sud-orientale, con roccaforti nella zona del Disueri.
Sono state trovate testimonianze di questa popolazione nelle necropoli di Disueri, Mangiova, Manfria e Settefarine in cui sono state rinvenute, in tombe scavate nella roccia, utensili, gioielli, armi e giocattoli.
Gela fu fondata da coloni Rodii-Cretesi guidati da Antifemo ed Entimo intorno al 689 a .C., precisamente, secondo Tucidide, 45 anni dopo la fondazione di Siracusa e 108 anni prima della fondazione di Agrigento.
La città prese il nome di Lindioi e poi Gela, dal nome indigeno del fiume alla cui foce si erano insediati i colonizzatori.
Questi occuparono ben presto, il circondario di Gela fondendo la cultura indigena con la propria.
In campo religioso Telines, sommo sacerdote di Demètra e Kore, impose il culto delle proprie divinità esteso al resto della Sicilia e sopraggiunto anche a Roma.
Gela in breve tempo si arricchì di abitazioni, templi dedicati a Demetra e Kore, Athena, Hera, ed altri numi benefici, dando inizio alla colonizzazione delle zone attigue.
Nel 580 a .C., coloni di Gela, guidati da Aristinoo e Pistilo, fondarono Agrigento che si rese autonoma dieci anni dopo.
Dopo la distruzione della città ebbe inizio l’occupazione dell’Isola da parte dell’esercito romano guidato dal console Marcello che, dopo occupata Siracusa, attrasse alle spire di Roma il resto della Sicilia.
I Cartaginesi furono affrontati e sconfitti da Marcello sulle rive dell’Imera meridionale.
Tracce di questo importante periodo storico sono state riscontrate nelle campagne di Gela (ceramiche, necropoli bizantine ecc.) e, a riprova si sa che nel 208 a .C. Gela soccorse i Romani (console Levino) con uomini, armi, viveri e denari; nel 202 a .C., Scipione, dopo la conquista di Cartagine, restituì quello che rimaneva dell’antica città molti degli oggetti che i Cartaginesi avevano loro trafugato; nel 76 a .C. Cicerone accusò Verre, il famoso “ladro” romano, di peculato e concussione per le infami ruberie perpetrate anche a Gela; da lui sappiamo inoltre che Gela, dopo la distruzione, fu impinguata di una colonia di Romani, inviata da Publio Servilio.
Nel 603 d.C. la citta’ era chiamata “Massa quae dicitur Gela” e sicuramente consisteva in un piccolo borgo il cui centro doveva trovarsi nelle vicinanze del cimitero monumentale, ove più tardi, nel 1099 fu costruita una piccola chiesa, detta di S. Biagio, tutt’ora esistente.
Il nome della città subì vari cambiamenti e Gela fu chiamata, per le colonne che vi sorgevano, anche “Citta’ delle colonne” o “Eraclea”; il nome rimase negli atti ufficiali civili fino a quasi tutto il 1700 e negli atti ecclesiastici fino ad oggi.
Nell’837 d.C. la città di Eraclea fu occupata dal condottiero arabo Asad ibn al-Furat.
Gli Arabi vi introdussero la coltivazione del cotone e nuovi sistemi d’irrigazione e chiamarono il fiume Gela “Wadi ‘as Sawari”, ossia “Fiume delle Colonne”, e l’abitato “Calat ‘as Sawari”, Citta’ delle Colonne.
Sotto il dominio normanno Eraclea ebbe il privilegio di citta’ demaniale decretato dal conte Ruggero e confermato dal re Martino e dai regnanti successivi.
Nel 1233, passata la Sicilia sotto il dominio svevo, Gela fu riedificata da Federico II che la chiamò Terranova, per distinguerla dal vecchio sito ubicato nella parte occidentale della collina, facile preda di incursioni saracene.Terranova, il cui stemma raffigura l’aquila sveva di Federico II che si poggia su due colonne, sorse nella parte orientale della collina, nel sito attuale ove è ubicato il centro storico che va da Porta Licata a Porta Vittoria e da Porta Marina a Porta Caltagirone.