Il santuario di San Calogero è uno dei luoghi di culto cattolici più importanti e antichi di Agrigento.
L’edificio, che risale a un’epoca compresa tra il XIII e il XIV secolo, è di piccole dimensioni ed è stato costruito fuori le mura dell’antica città medievale.
La sobria chiesa è divisa in tre navate da una doppia fila di sei colonne corinzie, la parte centrale è costituita dall’abside dalla conformazione rettangolare, con tre cappelle incavate quasi nello stesso piano.
La cappella al centro, contiene la nicchia dove è custodito il simulacro di San Calogero.
I pregevoli stucchi che la decorano riproducono i simboli identificativi del santo, ovvero il bastone e la cerva: il bastone rappresenta il sostegno che il Santo usava nel suo peregrinare; la cerva è un simbolo presente nella vita del Santo. Secondo la tradizione popolare, infatti, il santo si nutriva del latte di una cerva che un giorno venne uccisa da un cacciatore, un certo Arcario. Quest’ultimo, perdonato dal santo, divenne suo devoto discepolo.
L’altare risale al XVI secolo ed è una vera e propria opera d’arte: realizzata in legni pregiati con tarsie in bois de rose, d’arancio e di madreperla, fu probabilmente realizzato da artisti cappuccini.
Di grande valore artistico sono i mosaici dorati e policromi, realizzati nel 1969, da Michele Amico maestro d’arte di Caltanissetta.
Essi raffigurano l’Occhio Divino, il calice con l’Ostia e la colomba dello spirito santo.
Nella zona della sagrestia sono presenti gli ex voto, ovvero tabelle o tavolette votive in cui il pittore dipinge i momenti particolari di un qualche evento pericoloso, con i fedeli in atto di disperata invocazione ed il miracoloso intervento di San Calogero.
Gli ex voto sono la più alta espressione dei sentimenti di gratitudine di chi ha ricevuto una particolare grazia dal Santo. Le offerte votive, da quelle più umili e popolari a quelle più ricercate, assumono diverse connotazioni: riproduzioni di parti anatomiche, attrezzi collegati alle infermità, oggetti d’oro, pezzi di stoffa, disegni, dipinti.
Nella parete ovest esterna è collocata un’edicola che contiene l’immagine a mezzo busto dell’Ecce Homo.
Nonostante il patrono di Agrigento sia San Gerlando, i festeggiamenti riservati a San Calogero non hanno eguali in nessun altro paese della Sicilia.
Durante la settimana della festa, dalla prima alla seconda domenica di luglio, fede, misticismo, antiche tradizioni e leggende si uniscono per sprigionare un’energia travolgente senza pari.
Il Santo è venerato anche a Campofranco, che ospita un santuario diocesano meta di pellegrinaggio.
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