Agrigento Capitale Italiana della Cultura è appuntamento imperdibile di questo 2025. Per la città “aver ottenuto il titolo non è un puro riconoscimento, ma anche una sfida che la proietta verso un futuro ancor più impegnativo sul fronte della valorizzazione del proprio immenso patrimonio. Un punto di partenza che fa leva sul carattere ospitale e multiculturale degli agrigentini, che unisce i valori e le sfide del presente alle profonde radici del passato”, come afferma il sindaco Francesco Miccichè.

Il Parco della Valle dei Templi, tra i siti archeologici più estesi e conosciuti al mondo, accoglierà eventi culturali di altissimo livello in un paesaggio di pregio che si avvale degli effetti straordinari di tutela di due progetti, Agri Gentium e Diodoros, che tutelano e promuovono le varietà tradizionali dell’agricoltura e frutticoltura all’interno dell’area del Parco (https://www.parcovalledeitempli.it/paesaggio/9-diodoros).

La Cultura passa, dunque, attraverso luoghi ed esperienze meno note della Valle. Sono gli itinerari meno battuti che giungono a Casa Barbadoro per le Diodoros Experiences (https://parchiarcheologici.regione.sicilia.it/blog/diodoros-unesperienza-unica-alla-valle-dei-templi/), che si spingono fino alla Villa Aurea con i suoi giardini e le sue mostre, dove fino al dicembre 2025 potremo ammirare “I tesori d’Italia – I Grand Capolavori dell’Arte” (https://www.mostreinsicilia.it/it/i-tesori-ditalia): il sito che nei primi del secolo scorso fu dimora del capitano della Royal Navy britannica, sir Alexander Hardcastle, il quale finanziò e promosse scavi e ricostruzioni e a cui si deve in parte il fascino monumentale della Valle tra città e mare; infine, ci si potrà spingere fino all’Ipogeo del Giardino della Kolymbethra, angolo di Paradiso recuperato dal FAI (https://fondoambiente.it/luoghi/giardino-della-kolymbethra/visita), per l’itinerario di Agrigento Sotterranea da condividere, previa prenotazione, alla scoperta di pozzi e cunicoli, di storie e usi del tempo che ci riportano indietro di 2500 anni.  https://www.agrigentosotterranea.it/ipogeo-kolymbetra/).

Trascorsa la fase inaugurale, grande evento che suggella il passaggio di consegne da Pesaro ad Agrigento del titolo di Capitale della Cultura, così come lo spettacolare Mandorlo in Fiore, atteso dal 9 al 16 marzo – festival di musica, danze e canti tradizionali di ogni parte del mondo -, la primavera sarà contrassegnata da uno degli appuntamenti più rilevanti in programma: un processo di interconnessione tra la città e il Klangforum Wien: i membri dell’ensemble faranno risuonare i numerosi luoghi più caratteristici della città – portici, piazze, aree della Valle dei Templi, chiostri, scalinate, musei, strade e sentieri – per tracciare una mappa sonora volta a coinvolgere l’intera popolazione. In sedici luoghi, fra il centro storico e la Valle, riecheggeranno canti popolari perduti e suoni contemporanei, elementi musicali alla base delle libere improvvisazioni degli artisti che, da soli o riuniti in gruppi più o meno numerosi, si esibiranno per tutta la giornata: i suoni e i rumori caratteristici di Agrigento e della Sicilia saranno prontamente raccolti, trascritti e presentati ai musicisti, che si connetteranno con la città rielaborando i suoi stessi suoni. Tutto si evolverà con una serie di fasi creative fino a concludersi con il Symposion, un’esperienza unica, ispirata a Platone: sette-otto ore di musica contemporanea accompagnate da una degustazione di vini, in un ambiente rilassato con cuscini e materassi all’aperto.

In estate, invece, si darà il via al progetto “The Silent Room” di Nathalie Harb, riflessione architettonica e artistica sul bisogno di silenzio nelle frenetiche metropoli contemporanee. La Silent Room, concepita come un luogo di assenza sensoriale nel cuore delle città, è progettata per ridurre radicalmente il sovraccarico di informazioni visive e sonore tipico degli ambienti urbani moderni. Si tratta di uno spazio isolato dai suoni esterni, dove il visitatore può sperimentare una dimensione di tranquillità, grazie a una registrazione discreta dei suoni urbani nei loro momenti più calmi. Realizzata in diverse iterazioni, tra cui Beirut e Londra, l’opera evolve con ogni nuova versione, grazie anche alla collaborazione con l’artista e musicologa libanese Youmna Saba. Ora, Nathalie Harb intende realizzare una nuova versione site-specific della Silent Room nella Valle dei Templi, integrando un progetto con Mauricio Cardenas per costruire una struttura simile a un faro, realizzata in tessuto e bambù, che rifletterà il contesto storico del luogo. L’inaugurazione è attesa per giugno  2025. Questa installazione, che durerà sei mesi, offrirà un’esperienza unica di silenzio e riflessione, e sarà realizzata con la collaborazione di artisti locali. La stanza diventerà un luogo di incontro e riflessioni con la comunità in un fitto calendario di eventi.

A seguire, verso la fine dell’anno, sarà la volta di Sisters Academy, progetto ideato dall’associazione danese Sisters Hope di Gry Worre Hallberg: un’installazione performativa immersiva che trasforma un’istituzione artistica in un collegio poetico, collocato all’interno di una futuristica “Società Sensuale”. In questo microcosmo il pubblico si iscrive come studente e partecipa per almeno 24 ore, vivendo e respirando l’arte e la poesia attraverso rituali di apprendimento sensuale ed esercizi performativi. Una volta registrati, gli studenti ricevono uniformi e sono sottoposti a un rituale di iniziazione, diventando parte dell’ambiente quotidiano della scuola e interagendo strettamente con un gruppo di performer che fungono da personale. L’opera è un’esperienza continua di un mese, durante il quale la scuola accoglie fino a 50 studenti e coinvolge circa 30 artisti, creando un universo sensoriale completo, basato su principi poetici.

Sono questi solo alcuni dei grandi momenti del programma – quattro sezioni che si rifanno ai quattro elementi citati dal filosofo agrigentino Empedocle (V sec. a.C.)  – acqua, terra, aria e fuoco –   che, come detto, coinvolgeranno sia la Valle dei Templi che la città, che continua ad attrarre visitatori verso i luoghi della Cattedrale, del Teatro Luigi Pirandello e del Complesso monumentale di Santo Spirito, splendido monumento di arte chiaramontana che ospita il Museo Civico e comprende il Monastero del XIII sec.

Se punto di arrivo strategico è il Museo della Città, con la sua lunga storia di 2600 anni, in quel che era il settecentesco Collegio del Padri Filippini, oggetto di recente recupero e nuovo allestimento, altrettanto ricco di fascino è il Teatro Luigi Pirandello (1870, https://fondazioneteatropirandello.it/), tappa fondamentale tra i luoghi pirandelliani che conducono alla Cattedrale di San Gerlando  (XII secolo[1]), lì dove sono custoditi i sarcofagi (due del V sec. a.C., gli altri tra il II e III d.C.), che lasciarono senza fiato Wolfgang Goethe; “In fatto di bassorilievi, non credo di aver mai visto nulla di più ammirevole e di meglio conservato al tempo stesso”. Tra i più belli e struggenti è il  sarcofago dedicato al mito di Ippolito e Fedra (II sec. d.C.), tragedia dell’amore non corrisposto[2].

Il colle di Girgenti costituisce un affascinante intreccio di stradine, vicoli monumenti un variopinto arazzo che riflette le culture che nei secoli lo hanno tessuto. Oltre la Cattedrale, la Chiesa di Santa Maria dei Greci, edificata su un tempio del V secolo a.C., rappresenta la perfetta sintesi della storia artistico-spirituale di Agrigento, un connubio tra mondo classico e medievale/moderno; il Palazzo arcivescovile, oggi sede prestigiosa del Museo Diocesano della città; infine, il MUDIA, inteso come museo diffuso sull’asse di via Duomo, che propone un percorso di visita monumenti.

Per il 2025, in occasione del Giubileo oltreché per l’anno di Agrigento Capitale della Cultura, il tema del Mab (Museo Archivio Biblioteca[3]) sarà quello del “dono”, che partendo dalle opere locali, creerà “un rafforzamento dell’identità ecclesiale che da secoli incide con l’annuncio della Speranza, mediata da opere, documenti e testi”. L’occasione sarà data dal recupero della memoria partendo dal restauro dell’Urna di San Gerlando patrono della diocesi che è stata oggetto di furti negli anni Ottanta. Seguirà la mostra-itineario “Identità e Comunità. Santi Patroni e Protettori”, con opere dei santi patroni e protettori dei comuni della provincia. La Diocesi ha una nutritissima schiera di Patroni e compatroni, a cui sono intitolate chiese, santuari e cappelle rurali. Ampio risalto sarà dato alle tradizioni locali legate alla festa del patrono e protettore. Saranno previsti workshop, video e laboratori con il coinvolgimento delle comunità di provenienza delle opere in mostra.

Il Mudia ospiterà una serie di iniziative volte a promuovere il centro storico della città e il suo patrimonio culturale ecclesiastico. A partire dal mese di dicembre 2024 nuovi spazi legati alla Cattedrale nel suo splendore medievale sono fruibili. Un percorso multimediale di fruizione dei monumenti dell’itinerario Arte & Fede offre nuovi strumenti digitali per una piena esperienza di visita per tutti grazie, all’abbattimento totale delle barriere fisiche e cognitive. Le sale del Mudia ospitano percorsi espositivi in dialogo con importanti musei italiani. Il recente restauro dell’organo della Cattedrale permette di aprire una ricca stagione di concerti eseguiti da grandi Maestri d’organo di alcune fra le maggiori Cattedrali italiane ed europee (per info e ticket tel. 327 75 49 152; mail [email protected], sito web: www.cattedraleagrigento.com ).

Tra i luoghi pirandelliani da non perdere è la visita alla Biblioteca Lucchesiana, sita lungo l’itinerario della Cattedrale, sulla via Duomo, citata da Pirandello nel “Fu Mattia Pascal” e oggi sede di incontri culturali come i più recenti Dialoghi Agrigentini, in cui, tra l’altro, lo Scrittore agrigentino attraverso le sue Opere non smette mai di stupire, come nei recentissimi studi di Fausto De Michele dell’Università di Graz sui “Giganti della Montagna” e l’intertestualità del dramma pirandelliano con l’opera di Theodor Storm, che rivela inevitabili impliciti politici.

Da ammirare, dopo la primavera, il più recente allestimento della Casa natale di Luigi Pirandello, che ha delocalizzato la mostra multimediale al Palacongressi del Villaggio Mosè, divenuto nuova sede della Biblioteca Museo Luigi Pirandello,  che conserva numerose monografie e documenti autografi e circa 24.000 volumi.

Da seguire, sempre al Palacongressi, fino al 10 aprile la rassegna “Riflessi culturali”, direttore artistico l’attore e regista Gaetano Aronica. Il 18 gennaio è atteso “Grease” il musical di Saverio Marconi con la Compagnia della Rancia. Ambra Angiolini porta in scena il 2 febbraio “Oliva Denaro” personaggio che Viola Ardone ha tratteggiato sulla storia di Franca Viola, la ragazza di Alcamo che a metà degli anni 60 fu la prima, dopo aver subito violenza, a rifiutare il cosiddetto “matrimonio riparatore”. L’adattamento e la regia sono di Giorgio Gallione. L’11 febbraio sarà la volta del “Fu Mattia Pascal” di Pirandello, regia di Giorgio Marchesi con Simonetta Soldier, musiche di Raffaele Toninelli.  Il 6 marzo Rocco Papaleo sarà interprete di “L’ispettore generale” di Nicolaj Gogol. La regia è di Leo Muscato. Il 29 marzo “Il birraio di Preston” di Andrea Camilleri, nuovo allestimento che porta la firma di Giuseppe Dipasquale con Edoardo Siravo, Federica De Benedittis e Mimmo Mignemi. Il 10 aprile Nancy Brilli sarà Immacolata Consalvi in “L’ebreo”, di Gianni Clementi, regia di Pierluigi Iorio. (info, prenotazioni e abbonamenti: 0922 25019).

Non meno ambiziosa la Stagione teatrale del Pirandello, la cui direzione artistica è affidata al regista e produttore Francesco Bellomo, che ha già preso il via in ottobre e prosegue anche il 14 e 15 gennaio: in programma il “Calamaro gigante con Angela Finocchiaro. Il 12 e 13 febbraio sarà la volta di  Iliade, il gioco degli dei con Alessio Boni; l’1 e 2 marzo “Storia di una capinera” con Enrico Guarneri; il 22 e 23 marzo, “Il malloppo” con Marina Massironi; il 4 e 5 aprile in programma “Perfetti sconosciuti con Paolo Calabresi; il 6 e 7 maggio concluderà la stagione “Gente di facili costumi” con Flavio Insinna. Per la biglietteria del teatro si può consultare https://fondazioneteatropirandello.it/biglietteria/

La stagione concertistica del Teatro Pirandello, realizzata in collaborazione con il Conservatorio Arturo Toscanini di Ribera, il nuovo anno si apre l’11 gennaio  con il grande jazzista Enrico Pieranunzi, che si esibirà insieme alla Toscanini Big Band. Il 22 febbraio, palco del Pirandello ospiterà “Toscanini’s got talent”, un concerto in cui i migliori solisti e l’orchestra del conservatorio, sotto la direzione di Alberto Maniaci, mostreranno il loro talento. Il 29 marzo sarà la volta dell’orchestra sinfonica del conservatorio Vincenzo Bellini di Catania, diretta da Epifanio Comis. Infine, il 17 maggio, Roberto Cominati interpreterà le opere di Rachmaninoff in una serata imperdibile.

 

 

 

 

 

 

[1] Costruita da Gerlando di Besançon, nominato vescovo dal gran conte Ruggero I d’Altavilla nel 1088, all’epoca della riconquista di Agrigento dall’occupazione araba

[2] Fedra, figlia del re di Creta Minosse, e sposa di Teseo, s’innamora follemente di Ippolito, figlio di un precedente matrimonio del marito. Ippolito, orgogliosamente vergine e dedito alla caccia e al culto di Artemide, la respinge. Lei, umiliata, si uccide.

Quando il re Teseo scopre il cadavere e un biglietto in cui la moglie accusa Ippolito, il re lancia un anatema mortale nei confronti del figlio. L’innocente Ippolito è costretto a fuggire su un carro con i suoi compagni: ma un toro mostruoso uscito dal mare fa imbizzarrire i cavalli, il carro si ribalta e il giovane trova la morte.

 

[3] progetto che tende alla valorizzazione congiunta di reperti documenti e testi